giovedì 2 maggio 2013

MINI PRESTITI.

MINI PRESTITI.
 
Si definiscono “piccoli prestiti” quelle forme di finanziamento delle banche di somme di piccola entità, in favore di privati. Trattasi di cifre che vanno anche da meno di mille euro fino a un massimo di 5 mila euro ( ma sono frequenti i casi, in cui si possono richiedere cifre ben superiori).
In Italia, negli ultimi anni, questo tipo di finanziamento sta prendendo sempre più piede, in quanto consente alle famiglie di potere richiedere piccoli finanziamenti, senza grosse spiegazioni e difficoltà burocratiche.
Per le loro caratteristiche, infatti, i piccoli prestiti sono considerati finanziamenti non finalizzati, rientranti nella categoria del “credito al consumo”, per cui il privato che si presenta in banca per ottenere un finanziamento di questo tipo non dovrà dare spiegazioni su come vorrà spendere la somma, né fornire eccessiva documentazione; basta, infatti, presentarsi con l’ultima busta paga, e in genere l’accredito della somma richiesta viene effettuato entro una settimana, tramite un conto corrente, un assegno, o, negli ultimi tempi, anche tramite una carta revolving.
Trattandosi di forme di finanziamento di piccola entità, senza grosse garanzie in favore della banca, i tassi che questa vi applica in genere sono più alti di quelli applicati ai prestiti di maggiore somma.
Le rate da rimborsare solitamente hanno una cadenza mensile, e sono comprensive sia della somma che si è ricevuta (quota capitale), sia degli interessi sul prestito ottenuto fino alla data del pagamento.
Si può, dunque, richiedere un piccolo prestito, per comprare un’auto, un elettrodomestico, per fare una vacanza, etc.
Per i dipendenti pubblici, iscritti alla cassa previdenziale dell’Inpdap, è possibile fare richiesta a quest’ultima, al fine di ottenere un piccolo prestito, purché si sia iscritti alla cassa, e si goda di una retribuzione fissa e continuativa. I prestiti potranno essere rimborsati con ammortamento francese, in 12, 24 o 36 rate costanti.

COS'E' LA CESSIONE QUINTO DELLO STIPENDIO


 COS'E' LA CESSIONE QUINTO DELLO STIPENDIO


La cessione del quinto dello stipendio è un prestito dedicato esclusivamente a dipendenti (privati o pubblici) e pensionati (a seguito di alcune recenti modifiche di legge che hanno allargato questa tipologia di finanziamento anche a questa categoria)
Consente di ottenere importi tra i 3000 euro circa (al di sotto non ne vale la pena poichè i costi d'istruttoria e le assicurazioni a garanzia inciderebbero troppo sul finanziamento ed il tasso sarebbe troppo elevato) e i 70/80.000 euro (nel caso di persone con redditi derivanti dal lavoro dipendente abbastanza alti) soprattutto se affiancati al prestito delega (anche soprannominato doppio quinto)
Per ottenerlo è necessario essere:
 Lavoratori dipendenti, nonostante ciò vengono prevalentemente finanziati dipendenti di medio-grandi aziende e dipendenti pubblici (difficilmente un dipendente di una piccola azienda ottiene un prestito tramite cessione del quinto a causa delle assicurazioni che non coprono l'operazione).
Pensionati con pensione di anzianità e non di invalidità.
Il finanziamento viene rimborsato con cadenza mensile con una trattenuta della rata direttamente sulla busta paga o sul cedolino pensione del richiedente dal datore di lavoro oppure dall'ente pensionistico (in caso di pensionati).
I rientri possono variare dai 36 mesi fino a 120 mesi ed il finanziamento, a tasso fisso e rata costante, non è finalizzato (vuol semplicemente dire che non bisogna fornire alcun tipo di motivazione alla società finanziaria per l'ottenimento del credito in oggetto).
Durante la stipula di un contratto di cessione del quinto è obbligatorio stipulare due polizze a garanzia (che garantiscono il rimborso per conto del richiedente): rischio vita e rischio impiego. In caso di perdita del lavoro da parte del richiedente o di morte prematura le assicurazioni garantiranno il rimborso delle rate alla società finanziaria.
La cessione del quinto, al contrario dei prestiti personali, può essere concessa anche a cattivi pagatori e protestati poichè chi garantisce il rimborso regolare delle date è o l datore di lavoro o l'ente pensionistico, e nel peggiore dei casi l'assicurazione che lo garantisce.
Questo tipo di finanziamento può essere estinto in qualunque momento con un risparmio totale degli interessi sull'importo residuo e può essere rinnovato (richiedendo un nuovo finanziamento) solo trascorsi i 2/5 del piano di ammortamento (ad esempio dopo 2 anni su una cessione quinquennale o 4 anni su una cessione del quinto decennale).

FINANZIAMENTO E PRESTITO PER ACQUISTO AUTO E MOTO.

FINANZIAMENTO E PRESTITO PER ACQUISTO AUTO E MOTO.


I finanziamenti e prestiti per l’acquisto di auto o altri veicoli fanno parte dei crediti al consumo.
Come tutti i prestiti occorre stipulare un contratto scritto tra le parti affinché sia valido.
Infatti la concessione di somme di denaro è prevista solo se tutte le clausole sono chiare per entrambi i contranti. In particolare occorre mettere in evidenza quale sia il tasso di interesse applicato ( superati alcuni limiti previsti dalla legge 108/96 si configura il reato di usura ai sensi dell’ articolo 644 cod.pen.), l’ ammontare del prestito, l’erogazione stabilite ed eventuali garanzie richieste.
I finanziamenti per l’acquisto di autoveicoli sono quindi erogati con una particolare finalità che è appunto l’acquisto di un veicolo da parte del richiedente. L’ istituto erogante può essere una banca oppure una società di credito al consumo ed in genere non vengono richieste garanzie. Sono infatti molto rari i finanziamenti auto per i quali viene richiesta un’ ipoteca gravante sul veicolo acquistato.
E’ molto frequente che diverse concessionarie stipulino delle convenzioni con società di credito al consumo in modo da avere la possibilità di inviare la pratica di finanziamento contestualmente all’ acquisto dell’ auto. In alcuni casi è anche possibile conoscere l’ esito direttamente presso la sede del concessionario.
Il TAN del finanziamento in alcuni casi può anche essere zero , e quindi il debitore rimborserà solo il capitale senza pagare alcun interesse. Tali finanziamenti sono concessi perché la società erogante il finanziamento acquisisce comunque un potenziale cliente che in futuro potrà appoggiarsi allo stesso istituto per la richiesta di un altro finanziamento. In alcuni casi le società finanziarie richiedono anche una commissione in denaro alle concessionario per erogare il finanziamento, in quanto comunque le seconde hanno un notevole vantaggio nel fornire finanziamenti a tasso zero.

PRESTITO PERSONALE. DI COSA SI TRATTA?

PRESTITO PERSONALE. 
DI COSA SI TRATTA? 


Il prestito personale è una soluzione finanziaria che consiste nella concessione di una somma di denaro ad un tasso di interesse fisso, rimborsabile attraverso un piano di rate stabilito dal richiedente.
Rientrano nella categoria di “crediti al consumo”, oppure dei prestiti non finalizzati, in quanto non sono collegati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, anche se a volte la società finanziaria può chiedere una dichiarazione su come il consumatore spenderà l’importo attraverso un preventivo di spese.
Questo tipo di prestito viene solitamente concesso dalle banche e dagli istituti finanziatori, e spesso non richiedono un bene o servizio come garanzia all'eventuale insolvenza del richiedente. In genere però, a seconda dei criteri stabiliti da ogni società finanziaria, viene richiesta la firma di un coobbligato o di un terzo fideiussore che si renda garante dell’operazione. Questa è il tipo di garanzia più diffusa, particolarmente in alcune situazioni rischiose per l'istituto finanziario, come nel caso di scarsa anzianità lavorativa del richiedente oppure di fronte a somme di denaro piuttosto elevate.
Per l'accettazione di ciascuna domanda, ogni società finanziaria pone dei diversi criteri di valutazione. Solitamente però viene applicato uno schema generale che considera le politiche di rischio di ogni istituto (un'analisi basata su dati statistici che ogni società possiede), la valutazione del livello di reddito del richiedente, e un'analisi sull'affidabilità creditizia realizzato in base ai rapporti di crediti forniti dalle Centrali Rischi (che valutano la storia creditizia del richiedente).
Il mancato pagamento di una rata comporta il rischio di spiacevoli conseguenze, come l'applicazione di una mora e incremento degli interessi dovuti, e il potenziale inserimento del nome del richiedente nella lista di cattivi pagatori, ovvero pagatori ritardatari o segnalati alle Centrali Rischi. Quest'ultima azione peggiorerà la già nominata affidabilità creditizia del consumatore.
Tuttavia, il mancato rimborso anche di una sola rata autorizza la società finanziaria a risolvere unilateralmente il contratto; il consumatore allora sarà tenuto al versamento delle spese bancarie, di protesto e di tutti i costi sostenuti dalla società per recuperare le somme dovute, oltre ad un’eventuale sanzione penale.